Scambio elettorale politico mafioso

45.000 euro pagati da un imprenditore ai membri del clan Di Silvio per assicurare almeno duecento voti al capolista candidato nella lista “Noi con Salvini” in occasione delle elezioni amministrative.

L’accusa per le due persone arrestate (e legate agli ambienti leghisti) è di “scambio elettorale politico mafioso”.

QUESTI SONO QUELLI DELLE RUSPE!

Leggi sotto l’articolo completo:—Scambio elettorale politico mafioso. Queste le accuse a carico di due persone arrestate questa mattina a Latina dalla polizia di Stato di Latina e Roma nell’ambito di un’operazione condotta con i carabinieri del comando provinciale.

Il provvedimento restrittivo si basa sulle risultanze acquisite in due diverse indagini eseguite dai carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia e dagli agenti delle squadre mobili di Latina e Roma, con il supporto e la collaborazione del Servizio Centrale operativo della polizia di Stato.Nell’ambito dell’indagine condotta dai militari di Aprilia, denominata “Touchdown” è stato accertato l’intervento illecito di un imprenditore del settore dei rifiuti, coadiuvato da un suo collaboratore, in occasione delle elezione amministrative per il rinnovo del Consiglio Comunale di Latina del 5 giugno 2016.

L’imprenditore, previo pagamento di una somma di 45.000 euro a membri del clan Di Silvio aveva assicurato l’aggiudicazione di almeno duecento voti al capolista candidato nella lista “Noi con Salvini”, nei quartieri di influenza criminale del clan.

Le evidenze investigative sono state confermate dalle indagini condotte dalla polizia di Stato e dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Agostino Riccardo e Renato Pugliese.Riccardo in particolare, indagato anche in questa inchiesta, era il tramite per l’accordo politico mafioso tra il clan e l’imprenditore.

Era stato infatti incaricato dal clan di curare i rapporti con la politica della provincia di Latina e in occasione della tornata elettorale di giugno 2016, tramite l’imprenditore destinatario dell’odierno provvedimento, di sostenere la candidatura di un politico della lista “Noi per Salvini” nonché dell’attacchinaggio dei manifesti dello stesso candidato.

L’attività investigativa ha consentito di accertare che il pagamento dei 45 mila euro avveniva in tre tranche all’interno dell’azienda operante nel settore dei rifiuti e che, in base all’accordo illecito, nessuno degli appartenenti alla famiglia Di Silvio si sarebbe dovuto presentare presso la sede del partito, per evitare di apparire come “collettore” di voti procurati.L’imprenditore arrestato è Raffaele Del Prete.

Il suo nome era emerso nell’inchiesta che aveva portato in carcere Gina Cetrone.

Agostino Riccardo, nel corso del processo aveva raccontato di avere svolto la campagna elettorale anche per altri candidati, nel 2016. In particolare, si sarebbe occupato, dietro pagamento, dell’affissione dei manifesti politici, garantendo che non sarebbero stati coperti da nessuno.

Un servizio, a suo dire, svolto anche per Raffaele Del Prete, che a Latina lavorava per le campagne elettorali dell’europarlamentare Matteo Adinolfi, che nel 2016 era tornato in consiglio comunale sotto le insegne di “Noi con Salvini”. Una dichiarazione che sembra supportata da un’intercettazione. Il 30 maggio 2016, Riccardo telefona a Gianluca Di Silvio e dice: «Sto a tornà, io faccio Salvini per Latina».

All’epoca l’ufficio stampa della Lega sottolineò l’estraneità ai fatti, parlando di «vergognose e false illazioni su presunti contatti tra la Lega e la criminalità organizzata a Latina».

Mentre Adinolfi ha sempre sostenuto di non avere mai avuto contatti con il clan.Il secondo arrestato è un collaboratore di Del Prete, si chiama Emanuele Forzan, ed ha un doppio incarico per la Lega.

Lo scorso anno è stato nominato commissario per il paertito di Salvini a Sezze, mentre nel dicembre scorso fa parte della nuova squadra della Lega in provincia di Latina con un incarico alla Comunicazione delle attività in Regione Lazio.

https://www.ilmessaggero.it/…/latina_voto_di_scambio…

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