Immigrazione o non immigrazione?

Migranti naufragio Libia

Il dibattito sull’immigrazione sta raggiungendo livelli infinitamente bassi.

Qualcuno si dice “pro migranti”, qualcun’altro “contro”. Io vi ascolto e cerco di decifrare queste prese di posizioni assurde.

Non si tratta di essere pro o contro.
Non significa assolutamente nulla.

Si tratta di accettare una realtà che ormai è sotto gli occhi di tutta Europa.
Si tratta di studiare, informarsi, essere lucidi.

Saper gestire un fenomeno complesso come quello dell’immigrazione richiede equilibrio e competenza, come quella che il nostro Presidente del consiglio Giuseppe Conte sta dimostrando giorno dopo giorno.

Forse è per questo che nei titoloni dei giornali non compare così spesso. Talvolta l’intelligenza non trova spazio; succede spesso in Italia.

È assurdo giudicare questa o quella persona “razzista” o “buonista”.
È assurdo lottare contro qualcosa o qualcuno.

Madre Teresa di Calcutta diceva: “Se mi invitate a manifestazioni contro la guerra, non ci sarò. Invitatemi invece a manifestazioni a favore della pace”.

Leggo opinioni indignate manipolate da parole che restano solo tali, appunto. Da articoli che restano solo inchiostro.
Ad ogni azione violenta che purtroppo accade nel nostro Paese, tg e giornali specificano la nazionalità del “colpevole”. Perché?
La violenza non ha colore.

E a tantissima altra gente, dico: perché non andate a vedere i fatti?

Perché non andate a verificare chi sono coloro che, favorendo un’immigrazione incontrollata, ha generato errate percezioni di paura nella popolazione? Secondo voi se vi fosse stata una gestione corretta e intelligente dei flussi migratori, oggi saremmo in queste condizioni?
No, io credo proprio di no.

Oggi l’Italia ha ceduto alla Libia 12 motovedette per incrementare i salvataggi in mare. Perché la vita dei migranti è in pericolo nell’attimo stesso in cui il barcone prende il largo.

È ovvio che resta il problema di quello che accadrà a queste persone quando rientreranno in Libia.

È per questo che ho sentito di contribuire presentando un ordine del giorno che impegna il Governo italiano a promuovere il pieno rispetto degli obblighi derivanti dalle Convenzioni internazionali e in conformità con i principi umanitari del diritto internazionale.

Il Governo ha accolto il mio Odg e per questo lo ringrazio.

È un piccolo passo, piccolissimo.
Ma, passo dopo passo, andremo lontano.
Se possibile, senza doverci fermare ad ogni metro a difenderci da accuse false e infamanti.

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