Il reddito di cittadinanza non è assistenzialismo

Reddito di Cittadinanza

Con il reddito si introduce una misura per il lavoro, strettamente collegata con la formazione per i neoassunti, incentivi per le aziende e riforma dei centri per l’impiego. E questo accadrà sopratutto al Sud, dove da anni centinaia di migliaia di giovani sono costretti ad emigrare per trovare un lavoro: grazie alle misure inserite nel reddito di cittadinanza e a una proposta del Ministro Lezzi, è previsto un doppio incentivo per le aziende del sud che assumeranno personale. 

Con il reddito infatti, le aziende che offriranno un lavoro a un disoccupato beneficiario, avranno diritto a un incentivo che va da un minimo di cinque fino a un massimo di 18 mesi. Al sud questo beneficio si aggancia (raddoppiando) a un’altra misura approvata nell’ultima finanziaria che prevede uno sgravio al 100% degli oneri inps.

Ripartire dal Sud e in fretta. Incentivare il lavoro. Combattere senza sosta la povertà. Queste devono essere le priorità, e dovevano esserlo anche per chi oggi critica questa misura che finalmente rivoluziona il welfare italiano. Che il reddito sia un primo passo per costruire uno Stato attento alle esigenze dei cittadini e che li aiuti ad affrontare le loro problematiche e quelle del territorio di appartenenza.

È questo che fa uno Stato. È questo quello che facciamo noi.

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