Gomorra: la spettacolarizzazione del dibattito

Gomorra La spettacolarizzazione del dibattito

Avevo diciassette anni quando ho letto Gomorra.

Ero al quarto anno di liceo e quell’anno venne regalato a tutti gli studenti.

Finii di leggerlo in pochi giorni. Ricordo che piansi di rabbia.

All’ultimo capitolo “La terra dei fuochi” avevo conati di vomito. Quello che era stato fatto alla mia terra era rivoltante, sconvolgente, terribile.

“Nessuno tocchi Saviano”, siamo d’accordo.

Così come nessuno tocchi tutti i testimoni di giustizia sotto scorta di cui non conosciamo praticamente nulla.

Non vorrei però che la protesta si trasformi in qualcos’altro. Ossia in un disperato tentativo di far rinascere ciò che in Italia non esiste e che con questi presupposti, non può esistere: la “sinistra”.

Salvini è colpito da ciò che colpisce tutti gli uomini di partito quando vanno al governo: l’annuncite.

Il suo predecessore lo ricordiamo tutti ancora molto bene. Salvini annuncia leggi che non può presentare, iniziative che non può prendere.

E più lo fa, più i giornali lo rincorrono, e più i giornali lo rincorrono, più si urla contro di lui.
E più il suo consenso cresce.
“Purché se ne parli”, vi ricorda qualcosa?

Se è vero che ogni cosa esiste in virtù del suo contrario, definire questo come “un governo di destra” auspicandosi che termini in fretta, come dice Saviano, implica, evidentemente, la speranza della nascita di un governo di “sinistra”.

È palese che il nemico resta, ancora una volta, il Movimento 5 Stelle.

E ciò è ulteriormente desumibile dal trattamento che i media continuano a riservarci.

Continuassero pure, noi abbiamo altro a cui pensare. Testa bassa e lavorare, c’è un Paese intero che aspetta i fatti.

E noi ce la stiamo mettendo tutta per non deluderlo.

Gomorra La spettacolarizzazione del dibattito

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