Avevo vent’anni e di politica non volevo sentirne parlare

Carmen Di Lauro Beppe Grillo

Avevo vent’anni e di politica non volevo sentirne parlare. Neanche per sbaglio.

Avevo vent’anni e nessuna speranza che qualcuno potesse rappresentarmi.

Avevo vent’anni ed ero rassegnata all’idea di non poter costruire la mia vita, dignitosamente, nella mia terra.

Qualcuno mi chiedeva se ero di destra o di sinistra. “Di niente”, rispondevo.

Si può essere tanto disincantati a vent’anni?

Sì. O almeno io lo ero.

È stato questo il grande “successo” dei vent’anni di berlusconismo e della finta sinistra che lo ha accompagnato. Distruggere le speranze e azzerare la partecipazione di un’intera generazione.

Qualcuno ha detto che le persone bisogna scuoterle, perché la parte più bella si deposita “sul fondo”.

E lui ha fatto proprio questo: mi ha scosso, fatto arrabbiare. Addirittura più degli altri.

Perché chi ci sbatte in faccia la verità nuda e cruda ci fa soffrire. Lo rifiutiamo, deridiamo, diciamo che è un “pazzo”.

È invece meno male che lui c’è stato. Che c’è.

Come dimenticare le parole guerriere pronunciate a San Giovanni? Erano esattamente le stesse che provavo e sentivo, da chissà quanto tempo.

Le parole sono importanti. Sono come semi che se trovano terreno fertile, fioriscono. Donano nuova vita, nuove azioni. E nuove azioni portano il cambiamento.

Quello che parte da dentro e che poi si riflette fuori. Perché nessun cambiamento è realmente possibile se prima non ci guardiamo dentro.

“Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia”, diceva Jung.

Lui mi hai costretto a guardare dentro, a chiedermi “Cosa posso fare io per gli altri?”
“Come posso migliorare l’ambiente che mi circonda?”

È così che ha avuto inizio il mio “risveglio”, che continua ancora oggi. Ogni giorno.

Grazie per avuto il coraggio (perché ce ne vuole tanto) di seguire la Missione a cui eri destinato. Nonostante tutto, e tutti.

È chi sceglie di mettersi al servizio del prossimo che salverà il mondo. Chi accetta le proprie paure e nonostante tutto va avanti.

E allora Auguri, Beppe Grillo, di vero cuore.

P. S. Quando vieni a Roma, avvisaci. I portavoce alla prima legislatura sarebbero ben felici di conoscerti.

La sottoscritta sicuramente.

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