Autonomie, tema fondamentale per il Sud Italia

Nei giorni scorsi ho ricevuto una lettera aperta da parte del consgliere comunale di Castellammare di Stabia Tonino Scala. 

Il cuore di questa comunicazione riguarda le autonomie, tema fondamentale soprattutto per il Sud Italia. 

Vi segnalo, di seguito, la mia risposta:

“Caro Tonino,

le preoccupazioni del Professor Viesti sono preoccupazioni che abbiamo ben presenti e che in questi giorni sono una delle nostre priorità più importanti. 
Faccio mie le considerazioni espresse dal professore e quelle che mi hai ben descritto. 
Come sempre ho sostenuto in questi mesi, è interesse di tutti gli italiani, dal nord al centro, al sud, alle isole, da Bolzano fino a Lampedusa, che il nostro Paese rimanga uno e indivisibile. Una secessione, anche solo di fatto, avrebbe conseguenze nefaste non solo per il sud ma tutta l’Italia.

A livello governativo il Movimento 5 Stelle si sta battendo senza esclusione di colpi proprio perché siamo consapevoli di queste criticità. 
E, come ribadito da Roberto Fico, il Parlamento dovrà esprimersi sul testo di legge prima che possa produrre effetti: qui, è l’augurio di tutti, si aprirà una discussione molto approfondita sul tema affinché le risorse economiche del nostro Paese non vengano spostate arbitrariamente in alcune regioni d’Italia, a seconda del loro colore politico, così come venga assicurata l’unità del Paese anche sotto il profilo dell’esercizio delle sue funzioni fondamentali.

Il Sud è ed è sempre stato al centro dell’attenzione del MoVimento.
Abbiamo fortemente voluto un Ministero specificatamente dedicato a questo, egregiamente guidato da Barbara Lezzi che in questi mesi si è spesa molto per le nostre terre. Abbiamo garantito centinaia di milioni di euro in investimenti e sgravi fiscali: per 
Castellammare, ad esempio, è di pochi giorni fa la notizia dell’accordo per garantire 35 milioni di euro per i cantieri portuali.

Come proprio Barbara Lezzi ha avuto modo di affermare, lo scorso maggio in audizione in commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, la nostra Costituzione già ci fornisce gli anticorpi per evitare secessioni di fatto. Se l’articolo 5 già introduce il precetto generale che la Repubblica è “una e indivisibile”, l’articolo 119 stabilisce il principio dell’autonomia finanziaria degli enti territoriali, principio limitato dal rispetto dell’equilibrio di bilancio. Lo stesso articolo prevede poi l’istituzione di un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante, nonchè la possibilità per lo Stato di destinare risorse aggiuntive ed effettuare interventi speciali in determinate regioni, in maniera del tutto discrezionale.

Infine vale la pena citare i LEP – Livelli Essenziali delle Prestazioni. Un tema legato a doppio filo con i fabbisogni standard e l’abbandono del criterio della spesa storica, criterio che ancora oggi persiste e produce fortissime iniquità. Lo Stato ha il compito di definire i livelli essenziali delle prestazioni, in ogni ambito, e garantirli su tutto il territorio nazionale, agganciandoli ai fabbisogni standard da assicurare. Sfortunatamente, ad oggi, i LEP sono garantiti, parzialmente, solo a livello sanitario. 

Voglio che sia chiaro: il mio impegno su questo tema è e sarà altissimo. L’autonomia differenziata, quando passerà in Parlamento, sarà studiata scrupolosamente e, se necessario, emendata in ogni dettaglio affinché non si creino italiani di serie A e italiani di serie B.

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