Udite udite: fratelli d’Italia ha chiesto le mie dimissioni

Un post che ho pubblicato qualche giorno fa in cui comunicavo di aver aderito alla campagna “Io coltivo” che promuove la legalizzazione della cannabis. 

Non posso non ringraziare il locale coordinamento di Fratelli d’Italia che, nel commentare questa inziativa, afferma che “le coltivazioni di marijuana hanno dato ricchezza alla Camorra” soprattutto nell’area dei Monti Lattari, in Campania. 
E’ proprio così ed hanno ragione. 
Questa convergenza di vedute non può che farmi piacere. Quella della legalizzazione non è solo una battaglia di civiltà ma anche una battaglia di legalità. Un tema che interroga un Paese intero a cui lavorano diversi gruppi politici. 

Il coordinamento stabiese di Fratelli d’Italia però è un po’ confuso sul tema o semplicemente sceglie di arroccarsi ideologicamente su argomentazioni superficiali e sommarie. 
Chiedo quindi agli esponenti del partito della Meloni di prendere nota così da evitare altre figuracce: 

Stando alle dichiarazioni della Direzione nazionale antimafia, legalizzare la cannabis significherebbe colpire proprio le organizzazioni criminali che con quel business ingrossano le loro tasche.
Tale provvedimento ridurrebbe la liquidità delle organizzazioni così come il consenso che questo traffico genera nei contesti di periferia urbana. Noi che abitiamo in luoghi di frontiera lo sappiamo benissimo. Luoghi in cui la prospettiva offerta dalla criminalità organizzata attraverso lo spaccio di “facile guadagno” è ancora molto seducente. Legalizzare, dunque, significherebbe eliminare questi legami pericolosi ed aiutare le nostre periferie ad uscire da contesti di degrado ed emarginazione sociale.

Uno studio di Transcrime mostra come i ricavi in Ue delle organizzazioni criminali dal mercato della droga ammontino a circa 27,7 miliardi di euro, dei quali 6,7 sono riferibili alla cannabis. L’Italia risulta seconda, davanti a noi solo la Gran Bretagna: soldi che nel nostro paese finiscono nelle tasche delle mafie.
Insomma, pare che la repressione non abbia portato grossi risultati.

La cannabis da mercato nero inoltre è molto spesso pericolosa perché mescolata con sostanze altamente nocive con l’obiettivo di aumentare il peso del prodotto e accrescere i conseguenti ricavi.
L’università di Berna nel 2016 ha analizzato 191 campioni di marijuana sequestrati sul territorio svizzero e ha scoperto che il 91% di questi risultava contaminato. Stiamo parlando di sostanze come ammoniaca, lacca, lana di vetro e piombo. Ma anche alluminio, ferro, cromo, cobalto ed altri metalli pesanti altamente nocivi.
Legalizzare la cannabis garantirebbe il commercio di un prodotto sicuro, con un sistema di licenze e certificazioni a monopolio statale.

Ultimo ma non in ordine di importanza è l’utilizzo di cannabis a scopo terapeutico che può gestire i sintomi di molte patologie: dolore nella sclerosi multipla, nelle lesioni al midollo spinale, dolore cronico di origine neuropatica o oncologica, per il glaucoma e per la sindrome di Tourette, nausea causata da chemioterapia, radioterapia, terapie per l’Hiv, anoressia. Ancora, può correre in aiuto di pazienti con Parkinson, Alzheimer, malattie intestinali croniche. 

Non accetto lezioni da coloro che hanno portato alla ribalta nazionale la mia città parlando di «fascino del nazismo» o che la nazionale francese fosse composta da Africani o addirittura dicendo che “l’ANPI è una montagna di m…” 
Consiglio quindi di meditare su questi dati, calmarsi e visto che lo hanno tirato in ballo, suggerisco anche una bella lezione di yoga che può solo aiutare.

Be the first to comment

Leave a Reply

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*