Interrogazione al Ministero della cultura, della salute e al MEF, riguardante i fondi per la figura dello psicologo scolastico

Oggi ho presentato un’interrogazione al Ministero della cultura, della salute e infine al MEF, riguardante i fondi erogati negli ultimi tempi per la figura dello psicologo scolastico.

Questi anni scanditi dall’emergenza da covid-19 hanno fatto emergere in maniera dirompente la questione della salute mentale.

Gli effetti dell’epidemia si sono abbattuti su tutta la popolazione e alcune categorie ne hanno sofferto molto più di altre.

Tra queste vi sono i nostri giovani, le generazioni del futuro.

Lo sforzo finanziario messo in campo a partire dai governi guidati da Conte sono stati particolarmente importanti e si sono susseguiti fino ad oggi.

La stessa Ministra Azzolina nel 2020 siglò un protocollo d’intesa con l’Ordine degli Psicologi che ancora oggi rappresenta un spartiacque nella gestione del servizio di psicologia scolastica.

I fondi erogati sono stati tanti. Gli effetti sono ancora da definire.

Quello che è certo è che il sistema adottato fino ad oggi, utile e necessario in un periodo emergenziale, non può continuare ad essere utilizzato per il futuro.

Se si vuole strutturare un servizio di assistenza psicologica nelle nostre scuole, non lo si può fare appoggiandosi su finanziamenti incerti o irregolari, ma solo tramite la creazione di un sistema ben radicato e universale per tutte le istituzioni scolastica su tutto il territorio nazionale che operi in pianta stabile.

Per fare ciò è prima di tutto necessario comprendere come i fondi finora erogati sono stati spesi e in quale misura, punto iniziale per poter migliorare e progredire verso il nostro obiettivo: introdurre in maniera strutturale la figura dello psicologo nelle scuole e offrire ai nostri giovani studenti un sostegno concreto per la loro salute mentale.

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