
DIARIO DI VIAGGIO, GIORNO 1: CAROVANA SOLIDALE – GAZA OLTRE IL CONFINE
Mi trovo qui, in Egitto, come deputata dell’Intergruppo parlamentare per la pace tra Israele e Palestina.
Questo primo giorno è iniziato ascoltando i racconti di alcuni giornalisti di Gaza. Giornalisti che non hanno solo documentato la guerra: l’hanno vissuta, l’hanno subita. E hanno vissuto il paradosso di dover documentare la perdita delle proprie madri, fratelli, figli. Mi ha colpito la calma della loro voce: succede quando il dolore diventa troppo forte.
La mente si anestetizza, lo fa per sopravvivere.Poi abbiamo ascoltato gli operatori delle organizzazioni umanitarie. La situazione a Gaza è disumana:
Non c’è più cibo.
Non c’è più terra coltivabile.
Non si può lavorare, non esiste un reddito.
Non ci sono farmaci per chi è malato, né assistenza per le persone disabili.
Quasi del tutto assenti i servizi igienici.
Tutto è diventato emergenza.
Israele continua a uccidere e a impedire l’accesso agli aiuti umanitari. E intanto: 20.000 bambini sono rimasti orfani.
Quasi 60.000 vite sono state spezzate.Infine, in serata, abbiamo avuto un proficuo scambio con l’ambasciatore italiano in Egitto, riferimento istituzionale fondamentale che segue da vicino le vicende palestinesi. Domani partiremo alla volta di Al-Arish e poi ci dirigeremo al valico di Rafah.
Non si può restare in silenzio. La politica deve farsi carne, voce, corpo. Deve ascoltare, vedere, agire. E deve soprattutto ricordare che dietro ogni numero, ogni statistica, ogni notizia… ci sono volti, storie, famiglie.
Continuerò a raccontare, perché chi ha il privilegio di poter vedere ha anche il dovere di testimoniare.





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